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Il Joker nel trailer della seconda stagione di Gotham

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Il prossimo 21 settembre, negli Stati Uniti, partirà la seconda stagione di Gotham, la serie tv in onda su Fox e ambientata nella città di Batman prima dell’ascesa del vigilante, con protagonista un giovane James Gordon – QUI la nostra recensione della prima serie.

La nuova stagione sarà intitolata “Villains Rising”, a indicare l’ascesa di ulteriori criminali del pantheon batmaniano. Tra questi, il più atteso sarà sicuramente il Joker, già visto fugacemente nella prima stagione e al quale è dedicato molto spazio nel trailer ufficiale diffuso da poco, che vi mostriamo di seguito.

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Il calendario di tutte le serie TV americane tratte dai fumetti

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Negli ultimi anni, le serie TV tratte dai fumetti americani si sono moltiplicate sempre di più, dalla hit The Walking Dead fino alla proficua collaborazione tra Marvel e Netflix e gli annunci più recenti.

Per aiutare gli appassionati a districarsi tra le tante proposte, il magazine americano Newsarama ha stilato un elenco completo di tutto ciò che si potrà vedere in tv o in streaming, in live action o animato, a partire da questa settimana e per i prossimi anni.

Vi riportiamo di seguito l’elenco completo, ricordando che le date si riferiscono alla messa in onda negli Stati Uniti.

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Attualmente in onda:

  • Outcast, stagione 1 (Cinemax)
  • Powers, stagione 2 (PlayStation Network)
  • Teen Titans Go!, stagione 3 (Cartoon Network)
  • Avengers: Ultron Revolution, stagione 4 (Disney XD)
  • Ultimate Spider-Man vs. the Sinister 6, stagione 4 (Disney XD)
  • Preacher, stagione 1 (AMC)
  • Dark Matter, stagione 2 (Space)

Agosto 2016:

  • The Tick, stagione 1 (Amazon) – 19 agosto
  • Fear The Walking Dead, stagione 2, parte 2 (AMC) – 21 agosto

Settembre 2016:

  • Gotham, stagione 3 (Fox) – 19 settembre
  • Lucifer, stagione 2 (Fox) – 19 settembre
  • Agents of S.H.I.E.L.D., stagione 4 (ABC) – 20 settembre
  • Luke Cage, stagione 1 (Netflix) – 30 settembre

Ottobre 2016:

  • The Flash, stagione 3 (The CW) – 4 ottobre
  • Arrow, stagione 5 (The CW) – 5 ottobre
  • Supergirl, stagione 2 (The CW) – 10 ottobre
  • DC’s Legends of Tomorrow, stagione 2 (The CW) – 13 ottobre
  • The Walking Dead, stagione 7 (AMC) – 23 ottobre

Midseason 2016-17 (senza data):

  • Riverdale, stagione 1 (The CW)
  • Powerless, stagione 1 (NBC)
  • iZombie, stagione 3 (The CW)
  • Legion, stagione 1 (Fox)
  • Justice League Action, stagione 1 (Cartoon Network)
  • Vixen, stagione 2 (CW Seed)

2017 (senza data):

  • Freedom Fighters: The Ray, stagione 1 (CW Seed)
  • Preacher, stagione 2 (AMC)
  • Iron Fist, stagione 1 (Netflix)
  • Defenders, stagione 1 (Netflix)
  • Guardians of the Galaxy, stagione 2 (Disney XD)
  • DuckTales, stagione 1 (Disney XD)
  • Big Hero 6, stagione 1 (Disney XD)
  • Wynonna Earp, stagione 2 (Syfy)
  • Tales from the Crypt, stagione 1 (TNT)

2018 (senza data):

  • Hilda, stagione 1 (Netflix)
  • Jessica Jones, stagione 2 (Netflix)
  • Daredevil, stagione 3 (Netflix)
  • The Punisher, stagione 1 (Netflix)

In produzione:

In fase di sviluppo:

  • #4Hero (Machinima)
  • Amped (USA Network)
  • Astronaut Academy (Vivek J. Tiwary)
  • Black Magick (Groundswell Productions)
  • Briggs Land (AMC)
  • Brooklyn Animal Control (USA Network)
  • Cloak & Dagger (Freeform)
  • Concrete (Universal Cable Productions)
  • DC’s Hero Project (Machinima)
  • Deadly Class (Sony Pictures TV)
  • The Disciples (Universal Cable Productions)
  • Dreadstar (Universal Cable Productions & Benderspink)
  • Empire of the Dead (Demarest)
  • Essex County (CBC)
  • Five Ghosts (Syfy)
  • Happy! (Syfy)
  • Harrow County (Universal Cable Productions)
  • Hawaiian Dick (NBC)
  • Runaways (Hulu)
  • Lazarus (Legendary TV)
  • Letter 44 (Syfy)
  • Rasl (Parks+MacDonald)
  • Red (NBC)
  • Scarlet (Cinemax)
  • Sex Criminals (Universal TV)
  • Sinatoro (Universal Cable Productions & Depth of Field)
  • Southern Bastards (FX)
  • Static Shock (Warner Bros.)
  • Umbrella Academy (Universal Cable Productions)
  • Watchmen (Warner Bros. / Cruel & Unusual Films)
  • The Wicked + The Divine (Universal Cable Productions)
  • Y: The Last Man (FX)
  • Comedy Marvel senza titolo (ABC)
  • Misterioso progetto Marvel di John Ridley senza titolo (ABC)

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Fox ha ordinato il pilot di una nuova serie tv ispirata agli X-Men

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La notizia era nell’aria sin dal 2015, ma solo ora è arrivata l’ufficialità da parte di Fox, che ne ha annunciato la produzione di un episodio pilota. La serie tv basata sull’universo cinematografico degli X-Men sarà prodotta da Bryan Singer, Jeph Loeb e Jim Chory. Lo showrunner del progetto sarà Matt Nix, già sceneggiatore di Burn Notice – Duro a morireSecondo quanto riportato, non c’è ancora un titolo definitivo, ma la storia sarà incentrata su alcuni genitori che uniranno le forze per proteggere i propri figli mutanti dal governo e da chi li minaccia.

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La guida alle serie tv ispirate ai fumetti che vedremo nel 2017-2018

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I principali network televisivi americani stanno lavorando alle nuove serie televisive della prossima stagione (2017/2018) e hanno diffuso informazioni su quali show sono stati rinnovati e quali invece hanno subito la chiusura.

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Abbiamo individuato quali sono le serie ispirate a personaggi dei fumetti che vedremo il prossimo anno e quali invece concluderanno la loro corsa. La lista include servizi di streaming e on demand come Netflix e Hulu e anche gli adattamenti animati seriali.

Rinnovate:

Lucifer (FOX) – rinnovata per la terza stagione
Legion (FX) – rinnovata per la seconda stagione
iZombie (The CW) – rinnovata per la quinta stagione
Gotham (FOX) – rinnovata per la quarta stagione
Agents of S.H.I.E.L.D. (ABC) – rinnovata per la quinta stagione
Arrow (The CW) – rinnovata per la sesta stagione
The Flash (The CW) – rinnovata per la quarta stagione
Supergirl (The CW) – rinnovata per la terza stagione
Legends of Tomorrow (The CW) – rinnovata per la terza stagione
Riverdale (The CW) – rinnovata per la seconda stagione
The Walking Dead (AMC) – rinnovata per l’ottava stagione
Fear the Walking Dead (AMC) – rinnovata per la quarta stagione
Jessica Jones (Netflix) – rinnovata per la seconda stagione

Cancellate:

Powerless (NBC) – cancellata dopo la prima stagione

Nuove:

The Defenders (Netflix)
The Punisher (Netflix)
Black Lightning (The CW)
Cloak and Dagger (Freeform)
Constantine (CW Seed)
Freedom Fighters: The Ray (CW Seed)
The Gifted (FOX)
Happy! (SyFy)
Inhumans (ABC)
Krypton (SyFy)
Spider-Man (Disney XD)
New Warriors (Freeform)
Runaways (Hulu)
The Tick (Amazon Prime)
Titans (sulla nuova piattaforma digitale di DC Comics e Warner Bros.)
Young Justice: Outsiders (sulla nuova piattaforma digitale di DC Comics e Warner Bros.)

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“Marvel’s Inhumans”, una serie tv sontuosa e infantile, con poco da dire

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Marvels Inhumans è la nuova serie televisiva creata da Imax Corporation, ABC Studios (cioè Disney) e ovviamente Marvel Television, ambientata nel Marvel Cinamatic Universe. L’originale è un fumetto che venne creato dai due amici-nemici Stan Lee e Jack Kirby nel 1965 come complemento ai Fantastici Quattro e infatti nel tempo spesso gli inumani hanno collaborato con i quattro supereroi.

Gli Inumani sono esseri umani modificati geneticamente dai Kree per farne delle armi. Vivono da millenni nascosti in una città che si chiama Attilan: prima sulle vette dell’Himalaya poi, quando la zona si fece evidentemente troppo popolosa, migrarono sulla Luna, dove da allora vivono nascosti grazie a schermi vari (la serie televisiva è ambientata qui, mentre Attilan ne ha passate di belle e di brutte, compreso essere distrutta e miniaturizzata). Gli Inumani sono amiconi dei Fantastici Quattro, hanno giocato però anche con i Vendicatori e gli X-Men. Soprattutto, sono guidati da una vera e propria famiglia reale che è capitanata dal re Freccia Nera (Black Bolt), cioè Blackagar Boltagon.

Adesso, la serie televisiva ha fatto il suo esordio con l’anteprima dei primi due episodi in forma “condensata” (75 minuti, mancano una quindicina di minuti nel montaggio) proiettata in un po’ di cinema Imax in tutto il mondo. Sono andato a Pioltello all’anteprima italiana su invito della Fox e, siccome la proiezione è stata piuttosto tediosa, mi prendo un po’ di tempo per parlare del trasferimento di noialtri giornalisti.

Fox ha infatti organizzato la partenza per la comitiva di giornalisti dalla Stazione Centrale di Milano alla volta dell’Imax di Pioltello, che non si raggiunge senza l’auto. Per farci muovere c’era un pullman, e come capita di solito – visto che mi siedo sempre davanti perché soffro la macchina come un bambino di 4 anni e mezzo (se non prendo la Xamamina per cavalli, ma poi dormo due giorni) – mi sono messo a chiacchierare con l’autista che, per comodità, chiameremo Pino.

L’autista Pino ha subito catturato la mia attenzione e quella del mio collega, che per comodità chiameremo Matteo, dicendoci che il suo pullman costa quasi 320 mila euro, lo sta pagando a rate di tremila euro al mese e che se a lui viene uno schioppone mentre guida il pullman, mette le frecce da solo e si ferma in corsia di emergenza. Si mette anche alla distanza giusta dall’auto davanti a lui e la segue come un cucciolo, grazie a settanta telecamere nascoste qua e là in tutta la scocca. Come nella barzelletta di quello che, nel cremasco, se ne torna a casa piano piano quando c’è il nebbione. Parcheggia nel giardinetto della sua villetta, esce fuori dall’auto e trova una coda di settanta macchine che l’avevano seguito piano piano nella gelatinosa bianchezza della nebbia creata dalle risorgive padane.

Ci ha spiegato che, dopo venticinque anni come autista di una ditta di pullman si è rotto le scatole, si è preso il suo TFR, ha preso un pullman 30 posti a rate e questo si è subito rotto male. È andato davanti al giudice e ha tirato via 45mila euro ai fedifraghi che avevano cercato di fregarlo. Forte del contante si è comprato questa astronave pullman super-dotata tecnologicamente. C’è tutto: dal defibrillatore (perché ogni anno muoiono 50mila persone per attacchi di cuore o forse 250mila oppure chissà) e lui lo sa perché faceva il volontario sulle ambulanze. Poi ha l’assicurazione da 250mila euro anziché 50mila (cinque volte tanto, ci tiene a precisare per i meno presenti nelle moltiplicazioni) e varie altre cose fino a che non ha chiarito che lui si fa pagare il doppio degli altri. I clienti lo chiamano per prenotare, lui spiega tutto, spara il prezzo, la gente saluta e poi, dopo che hanno sentito gli altri, lo richiamano.

Detto questo, uno pensa che faccia le traversate d’Europa un giorno sì e l’altro anche. Invece no, con l’estero non si lavora bene perché bisogna pagare le tasse, aprire la partita Iva tedesca, francese, svizzera. E poi contabilizzare i passeggeri, pagare per le tratte, tenere il libro di bordo aggiornato, pagare a fine anno. I clienti invece sono arabi e cinesi, scolaresche italiane e professionisti nostrani, che vanno da Milano a Malpensa, o magari da Bergamo a Como. Gente che fa shopping selvaggio negli outlet, contratta lo sconto da 400 a 350 euro per il trasferimento e poi ti lascia trecento euro di mancia. Cose così. Una volta un arabo alla pausa pranzo in autogrill gli ha dato duecento euro di mancetta per il pranzo: ancora li deve finire dopo tre mesi.

Un’ultima domanda a Pino: fai l’autista di pullman e adesso il padroncino perché ti piace guidare? Certo che no, risponde. Odio guidare, non lo sopporto proprio. Forse è per questo che viaggio prudente, sto negli orari, ho tutti i punti della patente e non ci penso neanche a fare pirlate. Una vera sicurezza.

Inhumans recensione

Ecco, vi chiederete, voi e il buon collega Matteo, che cosa c’entri la storia di Pino con gli Inumani. Niente, ovviamente. Solo che l’ho trovata una narrazione più interessante rispetto a Marvels Inhuman, che parte l’11 ottobre su Fox. Perché i due episodi trasmessi in Imax sono una festa per gli occhi e niente più. Una simpatica baracconata da guardare con leggerezza e simpatia nella sua sciocca sconnessione fra la trama e la logica, tra il racconto e il senso (che manca).

C’è l’unico attore genuinamente antipatico di Game of Thrones, cioè Iwan Rheon che interpretava Ramsay Snow (Bolton), che fa Maximus il Folle, cioè praticamente lo stesso personaggio allo stesso modo, e c’è la scarsa Serinda Swan nel ruolo di Medusa (grande delusione). C’è un passabile Freccia Nera (l’Obelix cascato nel pentolone della nebbia terragena quando era ancora un feto) interpretato da Anson Mount, un tipo da telefilm di lunga corsa, e poco altro. A parte, ovviamente, quella specie di dea pagana caduta sulla Terra dalla Luna che risponde al nome di Sonya Balmores, che interpreta la cattivella Auran e che viene fuori solo negli ultimi quindici minuti.

Basta. La miniserie in otto puntate sta, almeno nella sua anticipazione, tutta qui. È ambientata sulla Luna e alle Hawaii (e per questo un paio di attori facevano parte del cast di Lost, forse perché promossi dall’ente per il turismo locale visto che anche la serie di JJ Abrams era ambientata da quelle parti) e racconta la saga del golpe di Maximus e dell’esilio sulla terra di Freccia Nera e degli altri. Come finirà? Chi vincerà? I buoni trionferanno anche questa volta? Qualcuno ci resterà secco o rinascerà? I personaggi cambieranno, magari un buono diventa un cattivo o viceversa? Lo scopriremo solo a Ottobre. Sempre che vogliate guardarla.

Ora, non vorrei che pensaste che la miniserie sia “brutta”, perché certamente non lo è. La recitazione ha forti cali e non tutti gli attori sono azzeccati, ma questo ci sta. Tuttavia la regia, nonostante il dispiego di mezzi, è sempre quella da telefilm, ahinoi. E da telefilm di maniera, se mi permettete il termine.

Invece, quello che ci tengo a ribadire  è che, seppure non sia il pezzo forte della stagione nonostante sia la serie più costosa tra quelle finora prodotte da Marvel, alla fine questi Inumani non sono da buttare via. Basta non pensare di essere davanti a un capolavoro e ritrovare il proprio fanciullo interiore. Quello di quattro anni e mezzo che soffre la macchina, per essere precisi. Allora ci siamo.

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Il teaser trailer della serie tv “Marvel’s Runaways”

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Marvel e Hulu hanno presentato il trailer della serie tv Marvel’s Runaways, show basato sull’omonimo fumetto di Brian K. Vaughan e Adrian Alphona.

Runaways debutterà negli Stati Uniti su Hulu il prossimo 21 novembre. La serie è adattata da Josh Schwartz e Stephanie Savage, creatori di Gossip Girl, e il cast comprende Rhenzy Feliz, Lyrica Okano, Virginia Gardner, Ariela Barer, Gregg Sulkin, Allegra Acosta, Annie Wersching, Ryan Sands , Angel Parker, Ever Carradine, James Marsters, Kevin Weisman, Brigid Brannagh , James Yaegashi , Brittany Ishibashi , and Kip Pardu .

Creato nel 2003 da Brian K. Vaughan e Adrian Alphona per la linea editoriale Tsunami di Marvel Comics, rivolta a un pubblico giovane, il fumetto racconta le vicende di sei adolescenti che scappano di casa e si uniscono in gruppo dopo aver scoperto che i propri genitori fanno parte di un’organizzazione di supercriminali.

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Netflix e i protagonisti di serie tv e cinema a Lucca Comics

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Non solo fumetti, videogiochi e cosplaying tra i principali temi della prossima edizione di Lucca Comics & Games, ma anche televisione e serie tv. L’Area Movie della nuova edizione della kermesse lucchese si amplierà, proponendo al pubblico una serie di anteprime, attività, incontri con i talent, masterclass ed eventi esclusivi sui film e le serie tv più attesi della prossima stagione.

Leggi anche: I vincitori dei Premi Gran Guinigi di Lucca Comics 2017

lucca comics 2017

Serie Tv

Tra le principali novità, per la prima volta sarà presente Netflix, il più grande servizio di intrattenimento via Internet del mondo, con un padiglione dedicato. Qui, tra panel e presentazioni, saranno presenti alcuni dei più importanti titoli dell’azienda, dagli show basati sui supereroi Marvel fino a Star Trek: Discovery e Stranger Things, a cui sarà dedicata un’intera area sotterranea.

TIMvision proporrà al pubblico la visione di alcuni episodi di due sue serie tv esclusive: Vikings, la cui quinta stagione sarà disponibile a partire dal prossimo 30 novembre, e The Handmaid’s Tale, tra le più acclamate serie tv dell’anno, tratta dal libro omonimo di Margareth Atwood.

Infinity sarà presente con proiezioni e iniziative speciali, legate al tema dei supereroi e all’arrivo di serie tv in anteprima esclusiva. Dal 2 al 5 novembre sarà presentata la serie tv Claws, incentrata sulla nail art. Per l’occasione, presso lo stand Infinity sarà presente un corner di nail art nello stile dello show televisivo, dove il pubblico potrà ricevere un trattamento estetico per le unghie con adesivi e smalti Faby.

Il 3 novembre, invece, Infinity celebra il tema degli eroi, mettendo a disposizione una make up artist che trasformerà i visitatori interessati in uno dei supereroi che la piattaforma ha disponibile in catalogo: Superman, Batman, Arrow, Flash, Supergirl e molti altri ancora.

Il 4 novembre in collaborazione con Warner Bros, da non perdere l’attesissima proiezione del primo episodio dell’undicesima stagione di The Big Bang Theory, andato in onda su CBS lo scorso 25 settembre e che sarà disponibile in anteprima italiana su Infinity da gennaio 2018.

FOX sarà presente anche quest’anno in piazza Anfiteatro con una struttura dedicata scenografica e l’attività di gaming FOX Hero Experience. Il 3 novembre al cinema Astra sarà proiettata l’anteprima di Long Road Home, la nuova serie National Geographic che racconta la lotta per la sopravvivenza di un gruppo di soldati dell’esercito statunitense vittime di un’imboscata in Iraq il 4 aprile 2004.

Rai4 sarà presente con un evento dedicato a Doctor Who. Il 3 novembre saranno proiettati in anteprima lo speciale natalizio del 2016 Il ritorno del Dottor Mysterio e, a seguire, il primo episodio della decima stagione intitolato Il pilota.

Cartoon Network sarà a Lucca con un tunnel gonfiabile in piazza Guidiccioni dedicato alle serie animate Ben 10  e The Powerpuff Girls.

Cinema

Il 2 novembre per la giornata promozionale Film Fox è prevista la proiezione di The War – Il pianeta delle scimmie, pellicola fantascientifica del 2017 diretta dal regista Matt Reeves.

Tra le anteprime, Universal Pictures International Italy presenterà Happy Death Day (“Auguri per la tua morte”), il nuovo thriller dal produttore di Split, La notte del giudizio e The Visit, Jason Blum, in sala dal 9 novembre. Un thriller originale e creativo sul rivivere il passato, in cui una studentessa del college (Jessica Rothe) rivive in continuazione il giorno del suo omicidio, dai momenti del tutto ordinari che avevano scandito l’inizio della giornata alla sua terrificante conclusione, fino a scoprire l’identità del suo assassino.

Warner Bros. torna protagonista con un padiglione in Piazza S. Michele e un focus interamente dedicato all’universo DC in occasione delle uscite di Justice League al cinema e di Wonder Woman in Home Video, al cui interno saranno disponibili anche tante sorprese e attività per gli appassionati di “The Big Bang Theory”. Dal mondo delle serie tv targate Warner Bros., sarà a Lucca la proiezione del pilot di “Riverdale”, in onda su Premium Stories dal 9 novembre.

Eagle Pictures sarà invece presente con la proiezione di Paddington e un contenuto speciale dal nuovo Paddington 2, secondo capitolo diretto da Paul King (in sala dal 9 novembre), accompagnata da molte sorprese per i più piccoli.

Tra le anteprime verrà mostrato Pipì, Pupù e Rosmarina in il mistero delle note rapite, film d’animazione diretto da Enzo D’Alò con le voci di Giancarlo Giannini e Francesco Pannofino che arriverà in sala per Bolero Film.

Universal Pictures Home Entertainment Italia sarà presente con un proprio stand – all’interno dell’Area Movie al Loggiato Pretorio – dedicato a Transformers: L’Ultimo cavaliere, Spider-Man: Homecoming e Cattivissimo Me 3. Le attività dedicate al pubblico vedranno 3 fumettisti di fama nazionale che presenteranno delle illustrazioni ispirate alle franchise e per i fan di Transformers. A Spider- Man, invece, è dedicata una VR experience con contenuti speciali inediti.

Nexo Digital e Dynit mostreranno in anteprima Never Ending Man: Hayao Miyazaki, documentario sul grande regista giapponese, che sarà nei cinema italiani solo il 14 novembre, e Pokémon. Scelgo te! (1° novembre, ore 15, Cinema Centrale).

VVVVID.IT e Minerva Pictures presenteranno il nuovo canale di cinema digitale Film&Clips HD su VVVVID. La prima uscita prevede oltre 20 titoli completi in HD e numerose clip con nuove uscite settimanali. Durante l’evento di lancio a Lucca sarà proposto in anteprima italiana il film Sharknado 5: Global Swarming.

Tra gli ospiti presenti in fiera ci saranno Luca Miniero e Frank Matano, protagonisti di un panel su Sono tornato, film diretto da Luca Miniero e scritto insieme a Nicola Guaglianone, e prodotto da Indiana Production. Remake del film rivelazione tedesco campione d’incassi, che vede Matano tra i protagonisti accanto a Massimo Popolizio, nei panni del Duce che ritorna ai giorni nostri; il film arriverà nelle sale italiane il 1 febbraio con Vision Distribution.

Per il terzo anno consecutivo, infine, l’Area Movie ospiterà il Convegno del Cinema di Menare curato dalla redazione di I 400 Calci, tra le riviste online a tema cinematografico più amate d’Italia. Per l’occasione sarà presentato I 400 calci: Manuale di cinema da combattimento (Magic Press), una selezione dei migliori articoli dalla nascita del sito a oggi, più una serie di recensioni inedite dedicate a classici horror e action.

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“Stranger Things 2”è un’analisi della famiglia destrutturata

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Ci eravamo lasciati qualche tempo fa con una mia disamina nata dall’onda dell’entusiasmo per l’allora nuova serie Netflix Stranger Things, un’opera capace di captare immediatamente lo spirito nostalgico di un certo tipo di pubblico ma anche di addentrarsi in una storia intrigante e ben costruita. Ci ritroviamo ora davanti alla fatidica prova del nove: Stranger Things 2 rispecchia le (alte) aspettative create?

Questo nuovo capitolo delle vicende di Hawkins non ha il mordente della prima stagione. Le ragioni sono varie e anche un po’ ovvie: l’effetto novità è scemato, la struttura narrativa ripercorre per certi versi quella della prima stagione, alcune situazioni risultano già viste e in generale c’è una scarsa attenzione per lo sviluppo di alcuni passaggi. Quindi, dando subito un giudizio generale, Stranger Things 2 non convince pienamente e ha più di un’ombra.

Detto questo, bisogna altresì ammettere che di spunti interessanti ce ne sono e credo che, se è vera la notizia di una conferma della terza stagione, questa seconda potrebbe essere considerata di transizione, una sorta di trampolino per qualcosa di diverso.

Partiamo dall’aspetto più ovvio: tutto l’impianto citazionista della cultura e dell’immaginario anni Ottanta è ridotto alle sole prime puntate ed è giusto che sia così, perché l’effetto nostalgia può funzionare fino a un certo punto, prima di diventare un giochino poco divertente e un po’ stantio, anche se con la presenza di Sean Astin (il Mikey Walsh dei Goonies) quasi si chiude un cerchio. In Stranger Things 2 a contare sono i personaggi e gli eventi, sicuramente più del contesto.

L’alchimia che aveva funzionato così bene nella scorsa stagione si ripresenta anche qui, con la riproposta di una dimensione orrenda che confina con la nostra realtà e che rischia di devastarla definitivamente. L’elemento fantastico e orrorifico è sicuramente meno convincente, così come la nemesi del gruppo di amici, troppo evanescente e poco caratterizzata.

stranger things 2 recensione

Dove Stranger Things 2 funziona è sul piano allegorico. Se ci allontaniamo un pochino dagli eventi narrati e guardiamo questi nuovi episodi da una prospettiva più generica e trasversale ci accorgiamo subito di una cosa, che era presente anche nella prima stagione ma che qui diventa assunto concettuale: Stranger Things è la fotografia dei passaggi chiave della crescita.

Se la prima stagione può essere considerata una sorta di distacco dalla purezza dell’infanzia, in questa seconda stagione gli autori mettono in scena il passaggio all’età adolescenziale, con tutti i drammi e i dubbi che esso comporta. Ci sono lo sconvolgimento che i patemi amorosi portano a quest’età, la delusione di una storia d’amore che finisce, il desiderio di mantenere intatto quella compattezza rappresentata dall’amicizia che è icona di un momento ormai passato, i timori del fallimento e del rischio. E poi c’è il rapporto con la figura genitoriale, che si trasforma subito in un conflitto necessario per la propria crescita.

A ben vedere, Stranger Things riflette sull’idea di famiglia in una maniera molto intelligente: il concetto di famiglia tradizionale è esploso e tenta di costruire una labile credibilità dietro una menzogna tutta borghese. Basti pensare alla figura del padre come è rappresentata in entrambe le stagioni: il papà di Mike e Nancy è un apatico che attraversa la vita di chi gli sta intorno come un fantasma, al pari di quello di Lucas; il papà di Dustin non si vede mai (e forse non c’è); il padre di Will se n’è andato e si disinteressa dei figli; lo stesso Dustin sperimenta un desiderio paterno accudendo la creatura Dart, che ben presto si ribellerà al “padre”.

stranger things 2 recensione

E poi c’è Undici, che è sicuramente la chiave con cui interpretare l’intera serie. La figura più vicina a un padre per Undici era uno scienziato senza scrupoli che è apparentemente morto nella prima stagione. Lei tenta, faticosamente, di ricostruirsi, come essere umano, come ragazza, come amica e soprattutto come figlia. Lo fa con lo sceriffo Jim Hopper, un uomo che, non a caso, ha perso la propria bambina tempo addietro, vedendo così scomparire il proprio ruolo di padre. Con lui attraversa le fasi salienti dell’essere una figlia, dall’amore incondizionato all’odio generato dal desiderio di ribellione (messo in scena nella settima puntata, intitolata The Lost Sister), fino all’attesa riconciliazione, frutto di una maturazione di entrambe le figure (padre e figlia).

Così Stranger Things diventa un modo per smascherare le insensatezze di una società fondata su menzogne e false apparenze. Proprio per questo, nella serie, a risultare migliori e reali sono le famiglie disfunzionali.

Abbandonando la dimensione citazionista e quella puramente fantastica, Stranger Things 2 può essere considerata dunque come uno strumento per analizzare le idiosincrasie di una società (e di riflesso delle famiglie che la compongono). Da questo punto di vista, la serie diventa immediatamente uno dei momenti televisivi più importanti degli ultimi anni.

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Cosa dicono le prime recensioni della serie tv The Punisher

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Il prossimo 17 novembre verrà reso disponibile in streaming su Netflix The Punisher, la nuova serie TV basata sull’omonimo antieroe Marvel creata da Steve Lightfoot, già sceneggiatore e produttore di Hannibal. Si tratta di uno spin-off di Daredevil ed è la sesta serie TV prodotta da Marvel Television per Netflix dopo quelle su Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e i Difensori.

Il cast comprende Jon Bernthal (Frank Castle / Punisher), Ben Barnes (Billy Russo), Ebon Moss-Bachrach (David Lieberman / Micro), Amber Rose Revah (Dinah Madani), Deborah Ann Woll (Karen Page), Daniel Webber (Lewis Walcott), Jason R. Moore (Curtis Hoyle), Paul Schulze (Rawlins), Jaime Ray Newman (Sarah Lieberman), Michael Nathanson (Sam Stein), Shohreh Aghdashloo (Farah Madani).

Leggi anche: Netflix diventerà (anche) un editore di fumetti?

The Punisher è ambientata nell’universo cinematografico Marvel. Racconta di come Frank Castle, noto come il Punitore, incontra l’hacker soprannominato Micro e di come questo lo aiuti a cercare chi ha assassinato la sua famiglia. Nel corso della sua vendetta, il Punitore dovrà vedersela con l’agente Dinah Madani della Homeland Security, che tenta di fermalo.

In questi giorni, negli Stati Uniti sono uscite le recensioni dei primi episodi, nelle quali sono stati espressi giudizi piuttosto misti e altalenanti. Su Rotten Tomatoes – uno dei principali aggregatori di recensioni – il voto complessivo delle 29 recensioni raccolte finora è di 72 su 100. Su Metacritic, un sito simile a Rotten Tomatoes, al momento sono state raccolte 9 recensioni, per un volto complessivo di 61 su 100.

Variety ne parla molto bene, sottolineando la bravura di Jon Bernthal: «Difficile immaginare un interprete migliore di Bernthal, che comunica in modo particolarmente fluido con silenzi impassibili. In definitiva, Punisher oltre che soddisfacente è sorprendente […] offrendo più profondità e stimolo allo spettatore anche rispetto al mondo crudo di Jessica Jones».

Darren Franich di Entertainment Weekly definisce la serie noiosa sin dal titolo del suo articolo e specifica: «leggere Punisher non mi ha reso violento, ma guardarlo mi ha di sicuro annoiato». Anche lui, però, concorda sul fatto che la forza dello show stia nell’interpretazione di Bernthal: «senza dubbio un ottimo attore».

Il Washington Post sottolinea una “rivincita” del personaggio nella sua versione tv, ben riuscita, rispetto alle prove cinematografiche fallimentari. Prima di tutto per la prova efficace di Bernthal che «non ha bisogno di né di indossare un teschio, né di avere un mitra, lui è già Punisher». E mette in chiaro le cose riguardo i toni cruenti: «Questa è di gran lunga la serie Marvel Netflix con maggior violenza. Ci sono sangue, esecuzioni, sparatorie e sesso, tanto da renderla adatta a un pubblico maturo, ed è così che il personaggio va presentato».

«Come il protagonista, la serie non molla mai la presa», scrive AV Club. «The Punisher potrebbe essere lo show più ambizioso dell’universo cinematografico Marvel; con le sue risolute esplorazioni di lutto, rabbia e trauma, la serie però appare comunque un po’ in alto mare a metà stagione […] avendo a disposizione più tempo che trama».

Il giudizio di Hollywood Reporter è piuttosto tiepido «Punisher ha momenti di eccitazione, momenti di violenza estrema e un ottimo cast al centro. È però anche noioso in ampie parti, mentre la trama è inaspettatamente trascurabile.»

Vox concorda con AV Club sul fatto che sia lo show Marvel Netflix più violento di sempre, con lo scopo di «costringerci a mettere in discussione il nostro personale rapporto con potere, abuso, sadismo e terrore», eppure «dopo le recenti stragi a Las Vegas e a Sutherland in Texas, certe scene di Punisher sembrano poco efficaci nel rappresentare la vera depravazione». Il giudizio di Vox è comunque molto positivo e arriva a definire la serie come «il miglior show Marvel Netflix visto finora».

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Adventure Time è finito

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La notizia era stata annunciata da tempo: dopo dieci stagioni, l’ultima della quali sta andando in onda in questi mesi e concluderà la sua corsa nel 2018, Adventure Time è finito.

adventure time fine

Benché si sapesse, è stata la conclusione effettiva della produzione a segnare la fine della vita dello show. I lavori sulla serie creata da Pendleton Ward sono ufficialmente terminati la scorsa settimana, il 17 novembre, con un party di fine riprese (o meglio, in questo caso, di “fine animazioni”) al club Boulevard3 di Hollywood. L’evento era ovviamente a tema Adventure Time, con installazioni e sculture di ghiaccio a forma dei personaggi. Cartoon Brew ha raccolto tutte le testimonianze social della celebrazione agrodolce. Alla festa si sono sprecati i discorsi di commiato – perfino la mamma di Ward ha voluto ringraziare la troupe con un breve elogio.

Adventure Time ha tenuto a battesimo molti nomi dell’animazione indie che si sono poi staccati per creare i propri show, tra cui Rebecca Sugar (Steven Universe), Pat McHale (Over the Garden Wall), Ian Jones-Quartey (OK K.O.! Let’s Be Heroes), Skyler Page (Clarence) e Julia Pott (Summer Camp Island).

Come ha scritto Evil Monkey, Adventure Time ha segnato l’inizio di una seconda giovinezza per la fucina di Cartoon Network grazie alla mistura di «surrealismo spinto, sgradevolezza – spesso esplicitamente splatter – e diverse cessioni all’horror più puro» e a un approccio diverso, che non cede mai il fianco alla volgarità gratuita o all’ammicco rivolto solo e soltanto ai maggiorenni. «L’umorismo sarà anche idiota – ben oltre i limiti del non-sense – e leggerissimo, ma non si può dimenticare che il tutto è ambientato in un mondo post-apocalittico, devastato da una guerra nucleare solo pochi anni prima. Spesso e volentieri questa tragedia, o le sue conseguenze, fanno capolino durante le puntate».

Poco convenzionale è stato anche la modalità produttiva: per scrivere la serie Ward ha spesso attinto dal mondo indie, coinvolgendo anche molti fumettisti, come Brandon Graham e Jillian Tamaki.

Anche se il cartone è terminato, il franchise continuerà a vivere nella sue diverse iterazioni (fumetti, giochi, merchandising e un film in sviluppo).

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Tutte le nuove serie tv basate sui fumetti che vedremo nel 2018

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Negli ultimi anni, le serie TV tratte dai fumetti americani si sono moltiplicate sempre di più, dalla hit The Walking Dead fino alla proficua collaborazione tra Marvel e Netflix.

Per aiutare gli appassionati a districarsi tra le tante proposte, abbiamo raccolto tutto ciò che di nuovo (quindi fatta eccezione per le serie già iniziate) si potrà vedere in tv o in streaming nel corso del 2018, limitatamente alle produzioni live action.

Vi riportiamo di seguito l’elenco completo (con trailer, quando disponibili), ricordando che le date si riferiscono alla messa in onda negli Stati Uniti.

Leggi anche: Netflix diventerà (anche) un editore di fumetti?

Black Lightning (The CW)

Ispirata all’omonimo personaggio di DC Comics (noto in Italia anche come Fulmine Nero) creato nell’aprile 1977 dallo sceneggiatore Tony Isabella e dal disegnatore Trevor Von Eeden, la serie non è legata all’universo narrativo di Arrow e Flash, nonostante vada in onda sullo stesso canale.

Prodotta da Greg Berlanti, sarà interpretata da Cress Williams (Jefferson Pierce/Black Lightning), Christine Adams (Lynn Pierce), China Anne McClain (Jennifer Pierce) e Nafessa Williams (Anissa Pierce). Il debutto è previsto per il 16 gennaio.

Umbrella Academy (Netflix)

Tratta dall’omonimo fumetto di Gerard Way e Gabriel Bá (Pubblicato negli Stati Uniti da Dark Horse e in Italia da Bao Publishing), Umbrella Academy sarà composta da 10 episodi. La storia segue le vicende di un improbabile gruppo di supereroi che si riunisce dopo la morte del padre adottivo di tutti loro, un alieno camuffatosi da imprenditore con l’intento di salvare la Terra.

L’adattamento sarà prodotto da Universal Cable Production, mentre Steve Blackman (Fargo) ne sarà showrunner e produttore esecutivo, insieme a Bluegrass Television e Mike Richardson e Keith Goldberg di Dark Horse, oltre allo stesso Way. La sceneggiatura del pilot è stata realizzata da Jeremy Slater (The Exorcist).

Ninjak vs. the Valiant Universe (Valiant Digital)

Pensata come una miniserie in 6 episodi, Ninjak vs. The Valiant Universe è il primo prodotto originale realizzato per la piattaforma di streaming online Valiant Digital. La serie farà da introduzione all’universo narrativo della casa editrice per i nuovi lettori.

Diretta da Aaron Schoenke, la miniserie avrà per protagonisti Michael Rowe (Ninjak), Alex Meglei (Archer), Kevin Porter (Armstrong), Jason David Frank (Bloodshot), John Hennigan (Eternal Warrior), Ciera Foster (Livewire), Chantelle Barry (Roku), Damion Poitier (Shadowman), Derek Theler (X-O Manowar), Tatiana DeKhtyar (Colonel Capshaw) e Craig Robert Young (Neville Alcott).

Krypton (Syfy)

La serie è ambientata sul pianeta natale di Superman prima della sua distruzione e avrà per protagonista il nonno dell’eroe. Si tratterà infatti di una sorta di prequel a L’uomo d’acciaio del 2013, con cui Goyer e Snyder hanno rilanciato al cinema il brand del personaggio.

Al fianco di Goyer troveremo Ian Goldberg – già autore di C’era una volta – che scriverà alcune sceneggiature e dirigerà il serial, intrepretato da Cameron Cuffe (Seg-El, il nonno di Superman), Georgina Campbell (Lyta Zod), Ian McElhinney (Val-El), Elliot Cowan (Daron-Vex), Shaun Sipos (Adam Strange) e Blake Ritson (Vril Dox). L’esordio è previsto per il 21 marzo.

New Warriors (Marvel Television)

Incentrata sull’omonimo super-gruppo di Marvel Comics ideato nel 1989 da Tom DeFalco e Ron Frenz, la serie sarà una comedy composta di 10 puntate di circa mezz’ora l’una, coprodotta da Marvel Studios e ABC Signature Studios.

Il cast comprenderà Milana Vayntrub (Doreen Green/Squirrel Girl), Derek Theler (Craig Hollis/Mister Immortal), Jeremy Tardy (Dwayne Taylor/Night Thrasher), Calum Worthy (Robbie Baldwin/Speedball), Matthew Moy (Zack Smith/Microbe) e Kate Comer (Deborah Fields/Debrii).

Titans (servizio streaming DC/Warner)

brenton thwaites robin titans tv

Il servizio streaming di DC Comics e Warner Bros. non ha ancora un nome, ma il primo progetto sì: una serie basata sul gruppo dei giovani Titani, sviluppata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter.

Il cast, non ancora completo, comprenderà Brenton Thwaites (Dick Grayson/Robin), Anna Diop (Koriand’r/Starfire), Teagan Croft (Raven), Ryan Potter (Garfield “Gar” Logan/Beast Boy), Alan Ritchson (Hank Hall/Hawk) e Minka Kelly (Dawn Granger/Dove).

Cloak & Dagger (Freeform)

Sviluppata da Joe Pokaski (HeroesMarvel’s Daredevil) per il canale via cavo di Disney–ABC Television Group, Cloak & Dagger sarà incentrata sugli omonimi personaggi Marvel Comics creati nel 1982 da Bill Mantlo e Ed Hannigan.

La serie sarà composta di 10 episodi e vedrà nel proprio cast Olivia Holt (Tandy Bowen/Dagger) e Aubrey Joseph (Tyrone Johnson/Cloak).

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Come guardare in ordine cronologico le serie tv DC Comics dell’Arrowverse

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L’universo narrativo nato nel 2012 con Arrow – serie tv dedicata al Freccia Verde di DC Comics – si è nel corso degli anni ingrandito sempre di più con l’arrivo di nuove produzioni televisive in onda settimanalmente sul network americano The CW, da Flash a Supergirl, fino a creare una stretta continuity televisiva (che, a differenza di quella di Marvel Comics, tiene separati film e serie tv).

Gli episodi delle varie serie si intrecciano fra loro secondo un ordine ben preciso che non rispetta necessariamente quello della messa in onda settimanale e che, per essere seguito al meglio, richiede l’utilizzo di una guida.

Leggi anche: Come guardare in ordine cronologico i film degli X-Men

arrowverse ordine

Arrow Stagione 1

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Arrow Stagione 2 e Blood Rush (webserie)

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Arrow Stagione 3, The Flash Stagione 1, Vixen Stagione 1 e Constantine

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Constantine 1.04 The Devil’s Vinyl
The Flash 1.10
Arrow 3.10
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Constantine 1.05
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Constantine 1.07
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Vixen: the Movie Extra Content
The Flash 1.15
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Arrow Stagione 4, The Flash Stagione 2, Vixen Stagione 2, Legends of Tomorrow Stagione 1, Supergirl Stagione 1 e Chronicles of Cisco (webserie)

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Vixen 2.01
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Arrow 4.20
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Arrow Stagione 5, The Flash Stagione 3, Legends of Tomorrow Stagione 2 e Supergirl Stagione 2

Supergirl 2.01
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Legends of Tomorrow 2.09
Legends of Tomorrow 2.10
Legends of Tomorrow 2.11
Supergirl 2.09
The Flash 3.10
Supergirl 2.10
The Flash 3.11
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The Flash 3.12
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Legends of Tomorrow 2.12
Legends of Tomorrow 2.13
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Legends of Tomorrow 2.14
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Legends of Tomorrow 2.15
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Arrow Stagione 6, The Flash Stagione 4, Supergirl Stagione 3, Legends of Tomorrow Stagione 3, Freedom Fighters: the Ray Stagione 1 e Constantine (serie animata)

Legends of Tomorrow 3.01
Arrow 6.01
Arrow 6.02
Arrow 6.03
Supergirl 3.01
The Flash 4.01
The Flash 4.02
Supergirl 3.02
Legends of Tomorrow 3.02
Supergirl 3.03
The Flash 4.03
Legends of Tomorrow 3.03
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The Flash 4.04
Legends of Tomorrow 3.04
Legends of Tomorrow 3.05
Supergirl 3.05
Supergirl 3.06
The Flash 4.05
Arrow 6.05
Arrow 6.06
The Flash 4.06
The Flash (scena extra online) 4.06
The Flash 4.07
The Flash (scena extra online) 4.07
Legends of Tomorrow 3.06
Supergirl 3.07
Legends of Tomorrow 3.07
Arrow 6.07
Freedom Fighters: The Ray 1.01
Freedom Fighters: The Ray 1.02
Freedom Fighters: The Ray 1.03
Freedom Fighters: The Ray 1.04
Freedom Fighters: The Ray 1.05
Freedom Fighters: The Ray 1.06
Supergirl 3.08
Arrow 6.08
The Flash 4.08
Legends of Tomorrow 3.08
Arrow 6.09
Supergirl 3.09
The Flash 4.09
The Flash (scena extra online) 4.09
Legends of Tomorrow 4.09

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“The End of the Fucking World”, in fuga con due giovani disperati

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La cosa più evidente di The End of the Fucking World è che le sue duecentootto pagine si bruciano in dieci minuti di lettura attenta. Non che manchino al loro interno fatti, intrecci e personaggi che anzi, si susseguono in maniera quasi frenetica tavola dopo tavola, ma è proprio l’autore a obbligarci a leggere velocemente il suo fumetto.

The End of the Fucking World è la storia di due adolescenti in fuga da un’esistenza apatica, una fuga sconclusionata e disperata, che sin dall’inizio non promette nulla di buono. James è un ragazzo disadattato e introverso, al limite del sociopatico; la sua ragazza Alyssa lo segue, amandolo e temendolo.

Leggi le prime pagine di The End of the Fucking World

the end of the fucking world recensione

Charles Forsman mantiene sostenuto il ritmo del suo road trip strutturando il libro in capitoli molto brevi di otto pagine l’uno (retaggio della serializzazione per il suo marchio di autoproduzione Oily Comics), alternando in maniera regolare le due voci narranti. James e Alyssa si danno il cambio capitolo dopo capitolo. C’è poi il modulo narrativo della tavola che oscilla tra le sei e le nove vignette, una soluzione che permette all’autore di tenere un ritmo sostenuto e incessante ma anche la possibilità di avere in ogni tavola molto spazio a disposizione per raccontare la sua storia.

Le scenografie sono scarne e minimali, poche linee precise che definiscono gli spazi degli ambienti e il volume degli oggetti. Sulla scena c’è solo ciò che è strettamente necessario in modo da poter mantenere un ritmo alto nella lettura senza però perdere mai di vista i frammenti della trama e soprattutto l’universo emotivo dei due protagonisti.

Quando Forsman decide che il ritmo necessita di un cambiamento, la scenografia sparisce del tutto nelle scene dialogate: diventa uno sfondo neutro fatto non tanto per mettere in evidenza i personaggi, quanto per estraniarli dal mondo che li circonda, un filtro tra il loro pensiero e quello di una società che li rigetta. La narrazione sembra subire uno stop, si concentra sui silenzi dei protagonisti senza indugiare mai sui loro volti.

the end of the fucking world recensione

Forsman si tiene a distanza di sicurezza per non scalfire quel momento di intimità e solitudine, invoglia i suoi personaggi a sfruttare una vignetta per riflettere e raccogliersi in loro stessi prima che la narrazione riparta frenetica e incessante. Ed è strano leggere una storia on the road dove il paesaggio non sembra cambiare mai, dove i luoghi appaiono sempre uguali, dove i personaggi sembrano sempre fermi nello stesso luogo. Alyssa e James sono intrappolati in un’America anonima e sempre identica a sé stessa a cui è impossibile sfuggire.

I volti sono delineati con un segno essenziale e cartoonesco, che crea un interessante corto circuito con i toni duri del racconto. L’impressione è quella di trovarsi davanti a un Dennis the Menace adolescente e diretto da Gus Van Sant. L’autore si concede un’unica digressione grafica con l’identikit di James, disegnato in tono realistico e quasi caricaturale nel suo accentuare i difetti di quel volto. È quello il modo in cui l’intera umanità vede James, un adolescente torvo coi capelli sporchi e le guance brufolose, un ritratto che nel suo eccessivo realismo toglie profondità al personaggio ma non ci racconta una bugia. James è davvero così, non proprio bellissimo, un po’ inquietante e con qualche problema relazionale, ma Alyssa (e così anche noi) ne è profondamente innamorata.

È proprio per questa capacità che Forsman ha nel renderci partecipi dello sguardo esclusivo e intimo di due innamorati, che The End of the Fucking World non può essere altro che il racconto della loro storia d’amore. Tutte le tracce narrative che l’autore semina durante la storia (quell’accenno da thriller esoterico, l’impianto di storia on the road, il rapporto padre e figlio) infatti sono semplicemente accennate e mai sviluppate a dovere, proprio per inquinare il meno possibile il microcosmo sentimentale dei due protagonisti.

Leggi anche: Charles Forsman e il suo nostalgico viaggio nell’adolescenza

the end of the fucking world recensione

Il mancato approfondimento di queste vicende non è un punto debole del racconto, che infatti non si incaglia mai in spiegazioni e digressioni e fila dritto a una velocità impressionante senza mai incepparsi e senza mai dare l’impressione di essere superficiale. È la velocità più che l’alternanza delle voci narranti, il vero nodo centrale della narrazione di Forsman ed è per colpa dell’impossibilità di replicare questa frenesia narrativa che l’adattamento televisivo prodotto da Channel 4 e Netflix, ha una carica meno dirompente pur mantenendo una certa fedeltà alle vicende e una vicinanza ai toni del fumetto (qui molto più ironici).

L’adolescenza corre veloce come un proiettile, la cui traiettoria è prevedibile ma mai certa. Forsman cerca di replicarne la frenesia e l’imprevedibilità con un insieme strano di crudezza e romanticismo. The End of the Fucking World colpisce duro e colpisce in fretta.

The End of the Fucking World
di Charles Forsman
traduzione di Valerio Stivè
001 Edizioni, ottobre 2017
cartonato, 208 pp. b/n
16,00 €

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“The End of The Fucking World”. Recensione della serie tv Netflix

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Quant’è brutto essere adolescenti. Non si fatica a pensarlo davanti a due personaggi disturbati come Alyssa e James, che campano portandosi appresso traumi giganteschi. A lui undici anni prima è morta la madre, davanti ai suoi occhi. E diventa un bambino strano, privo di senso dell’umorismo, silenzioso, dedito al massacro di animaletti innocenti. A lei non è morto nessuno, ma il padre se n’è andato e la madre si è risposata con uno stronzo, e ci ha fatto due gemelli. Cosa che la porta a coltivare rabbia e maleducazione, più una montagna di insicurezze nascoste dietro spavalderia e sfacciataggine. Prende di mira lui, strano abbastanza da piacerle. E per i due comincia un’avventura on the road, un viaggio di formazione sotto forma di palpitante tragicommedia pulp, forse un po’ d’altri tempi.

The End of the F***ing World è la serie prodotta dal canale britannico Channel 4 (distribuita nel resto del mondo da Netflix) basata sull’omonimo libro a fumetti (QUI la nostra recensione), e questa prima stagione, uscita in blocco il 5 gennaio dopo un passaggio in sordina sulle tv inglesi lo scorso autunno, si divora tutta in un paio di ore e mezza, come un normale film.

Otto episodi fulminanti per entrare nelle vite di Alyssa e James e ricordarsi un po’ quanto era stressante essere adolescenti, quante cose apocalittiche si pensavano, quanto ci si annoiava. Sulle prime i due non stanno simpatici. La serie inizia presentandoli in tutta la loro sgradevolezza, con lui che ammazza gatti e lei che spacca il cellulare davanti alle compagne di classe. Tutto bene, ma diteci qualcosa che non sappiamo. Superate l’impasse della rabbia giovanile fine a se stessa, chi guarda probabilmente ha parecchi anni più di voi, e della teenage angst non ne può più.

Ed ecco che andando avanti i due ci dicono davvero qualcosa in più, se non con le parole con i fatti, e anche con le loro faccette pallide tremendamente inglesi. Quella di lui, ventiduenne nella vita reale, si era già vista in uno degli episodi della terza stagione di Black Mirror (Shut Up And Dance, quello del ragazzo ricattato dall’hacker), mentre lei, che incredibilmente ha ben venticinque anni, solo in qualche episodio di Penny Dreadful e in qualche ruolo secondario al cinema.

the end of the fucking world

Alyssa e James, i protagonisti di “The End of the Fucking World”

Quella parlata strascicata, quelle espressioni tra il disperato e il menefreghista, quel carico di fragilità malcelata, rivelano una tenerezza e un candore di fondo già appannaggio di film memorabili. A cominciare da True Romance, il cult di Tony Scott che molti potrebbero citare a memoria.

James e Alyssa ricordano tanto Clarence e Alabama, i protagonisti del film, se non nei dialoghi tarantiniani, sicuramente per come si presentano a un certo punto (lui con la camicia hawaiana, lei con i capelli biondi) e poi nel loro essere una coppia di scoppiati, visceralmente legati il giorno dopo essersi conosciuti, pronti a salvarsi l’un l’altra, in fuga verso un mondo migliore. Quale sia e dove sia non è dato saperlo (oddio, in True Romance era Cancún), ma il punto non è quello, non lo è mai stato. Lo scopo non è la meta ma il viaggio, giusto?

true romance film

Clarence e Alabama, i protagonisti di “True Romance”

I ragazzini nel loro viaggio si mettono in guai sempre più grossi, macchiandosi di reati sempre più gravi, mossi solo dalla loro incoscienza. Senza scomodare il facile paragone con Bonnie e Clyde, quanto ricordano Thelma e Louise, due complici non innamorate ma disperate, che per andare verso una vita migliore ne fanno una peggio dell’altra, fino all’inevitabile capolinea? Se lì il nemico erano gli uomini, i maschi, qui sono gli adulti, tutti.

Come le due donne, i ragazzini sono braccati dalla polizia, nello specifico una poliziotta buona (molto simile nel comportamento all’ispettore del film di Ridley Scott, interpretato da Harvey Keitel) e una meno buona, a cui interessa solo consegnarli alla giustizia (da segnalare la storia parallela tra le due, che riserva risvolti interessanti).

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The End of the F***ing World, la serie, esaurisce in questa prima stagione le vicende narrate nel fumetto e potrebbe anche concludersi qui (nulla si sa di un eventuale seguito). Si inserisce perfettamente nel filone criminali-innamorati-in-fuga, che sa molto di anni Novanta ma che non è mai defunto (anzi, è stato di recente rispolverato con successo da quel geniaccio di Edgar Wright, britannico anche lui, con il suo pazzesco Baby Driver), ma lo fa alla maniera inglese, con un umorismo nero pungente.

Non è un capolavoro d’innovazione, ma è girato bene, recitato bene, ha una colonna sonora strepitosa (di Graham Coxon dei Blur) e ci fa affezionare a dei protagonisti decisamente poco simpatici. Soprattutto, ribalta con abilità il senso di già visto che si percepisce all’inizio, e riesce nella mirabile impresa di non farci ripensare all’adolescenza solo con il sollievo di averla superata.

L'articolo “The End of The Fucking World”. Recensione della serie tv Netflix sembra essere il primo su Fumettologica.

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